quello che i copywriter possono imparare da totti

Quello che i copywriter possono imparare da Francesco Totti

Domenica 28 maggio è stato definito il #TottiDay, la giornata in cui Francesco Totti dà ufficialmente l’addio al calcio giocato (almeno per quanto riguarda il campionato italiano). Quello che verrà nella fase dopo-Totti non è dato saperlo, quello che abbiamo vissuto durante, però, non potremo mai scordarlo.

Ecco, prima di dilungarmi in un blogpost a tonalità giallo-rossa, torno sobria, per quanto mi riesca, e vado al focus del mio articolo: Totti può insegnare qualcosa a noi copywriter? Non parlo di quello che umanamente e calcisticamente può trasmettere, dove ovviamente non ha rivali, parlo da un punto di vista meramante professionale e copy-oriented. Cerco di spiegarvi per bene la mia risposta affermativa, in cinque punti, molto ragionati!

Cosa possono imparare i copywriter da Totti?

1. Etica professionale.

Parto subito da quello che l’ha reso l‘ultima bandiera del calcio moderno. Francesco Totti ha sempre vestito una maglia, ha indossato i colori giallo-rossi per 25 anni (e questi sono solo quelli da professionista), ha segnato 307 reti per un’unica squadra. E se i trofei che è riuscito a portare a Trigoria si possono contare sulle dita di due mani, la magia delle sue performance è completamente inquantificabile. Negli anni ci siamo sempre interrogati sul fatto di aver rinunciato ad altri ingaggi, a squadre più internazionali, e se fosse stato un bene o meno. Dopo 25 anni, ogni dubbio viene completamente risolto, e ci insegna come, anche nel lavoro, rimanere fedeli a sé stessi è l’unica strada. E non ci riferiamo solo alle cifre stratosferiche, che ha comunque guadagnato, parliamo del potersi svegliare la mattina felici perché abbiamo seguito il cuore, perché non siamo scesi a compromessi.

2. Personal Branding.

Ecco, Francesco Totti da timido ragazzo nato a Porta Metronia, che davanti alle telecamere riusciva a rispondere quasi con monosillabi, è diventato un brand dal successo mondiale. Provate a nominarlo all’estero, oppure citate l’AS Roma, sono sicura che non rimarrete delusi. Complice anche questo cognome breve, memorizzabile, facilmente pronunciabile anche per chi non è di madrelingua italiana, il capitano è diventato un marchio unico, sinonimo, non solo della sua squadra, ma dell’intero calcio. Che dire poi della sua royal family? I Totti sono famosi, amati e seguiti come una vera casata reale, altro che influencer!

3. Storytelling.

Ci sono tanti modi di scoprire le vite dei calciatori. Anzi, siamo sinceri, non sempre ci interessa sapere i dettagli di tutti, anche perché ogni squadra di Serie A ha una rosa di circa 25 giocatori, e non è difficile capire che la cifra è davvero troppo esosa. Quindi, cosa stimola la nostra curiosità? Cosa ci spinge a voler saperne di più? La storia. Saper raccontare la storia del brand, del prodotto o, come accade per Totti, saper narrare la storia di quel ragazzo qualunque con un sogno e un pallone. Di Francesco Totti abbiamo ammirato l’evoluzione, la crescita professionale e personale, siamo stati spettatori della sua storia d’amore, con tanto di poltrona riservata sulle sue nozze. E poi l’abbiamo visto diventare padre, per non parlare di mamma Fiorella, le cui gesta per far indossare al suo bambino i colori giallorossi sono davvero diventate leggenda. Insomma, Totti rappresenta una fiaba moderna, che continua a far sognare, perché di ascoltare storie, avvincenti, memorabili e vicine a noi, non vorremmo mai smettere. Neanche dopo 25 anni.

4. Metterci la faccia.

Rimane una delle leve più efficaci nel marketing contemporaneo. Il lato umano dei brand è rappresentato dalle persone che ci sono dietro le quinte, le stesse con cui i potenziali clienti comunicheranno. Si sa quanto sia importante, per chi vuole conoscere la realtà aziendale (il prodotto o il marchio), poter dare dei volti al team. Francesco Totti la faccia ce l’ha sempre messa, anche nei momenti meno belli, durante episodi che hanno minato la sportività del calciatore, lui non si è mai tirato indietro. Saper chiedere scusa, saper prendersi le proprie responsabilità, persino saper prendersi in giro, come nel caso de Le Barzellette su Totti, è una qualità che noi copywriter non dobbiamo mai dar per scontato.

5. Stratega social.

Se c’è una cosa che Totti sa fare benissimo (giocate e gol a parte) è saper stupire e riuscire a tenersi al passo col tempo. Anzi, in molti casi è riuscito ad anticipare le tendenze, lasciando tutti, tifosi e non, a bocca aperta. Il selfie sotto la curva durante il derby è solo una delle trovate più riuscite del capitano, che ha imparato a gestire al meglio gli strumenti digitali, o ha saputo scegliere un team eccezionale con cui collaborare. Altro esempio di ottima mossa social è stato quanto accaduto per i festeggiamenti dei suoi primi 40 anni, dall’hashtag #4×10 all’apertura della sua pagina Facebook. Insomma, cari copywriter, esserci sul web è importante, ma farlo bene è fondamentale.

Che vi piaccia o no, Francesco Totti, grazie a questi 25 anni di carriera, è entrato di diritto nell’Olimpo del calcio. Che sia effettivamente il giocatore può forte al mondo oppure il migliore degli ultimi venti anni conta poco. Non serve, poi, essere esperti di calcio per riconoscerne i meriti, e come ho fatto io oggi, basta poco per imparare qualcosa anche da lui.

 

Pubblicità

E tu cosa ne pensi?

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.