Ieri sera, ho guardato per la terza volta (almeno credo) Lo stagista inaspettato, pellicola del 2015 diretta da Nancy Meyers con Robert De Niro e Anne Hatheway. Americanate a parte, so che molti di voi potranno epitetare il film così, ci sono alcuni aspetti che chi fa parte del mondo digitale non dovrebbe sottovalutare troppo facilmente.
Quello che i copy possono imparare dal film
1. La cura dei dettagli del look di Ben.
Anche se siate amanti dei risvoltini, e qui non esprimo il mio pensiero in merito perché i gusti sono gusti, non potrete negare che l’eleganza classica ha un fascino intramontabile. Ben (De Niro) al suo primo giorno di lavoro è impeccabile: nel suo completo di alta sartoria, le rifiniture di qualità, lo charme dell’uomo di una volta, rappresenta il vero maschio alfa, che non ha niente a che vedere con le imitazioni mal riuscite moderne.
Prima di farlo diventare un post sentimentale, torniamo all’insegnamento che può dare a tutti noi creativi: l’immagine non è importante, l’immagine è fondamentale. Il nostro look, l’outfit che scegliamo, insieme all’atteggiamento che sfoggiamo, parla di noi, moltissimo. Per questo motivo, cari copy all’ascolto, nella nostra pratica quotidiana, cerchiamo di curare anche il modo non verbale in cui comunichiamo: l’abito, ancora una volta, fa il monaco.
2. La vecchia scuola non è poi così male.
Ci sono cose che invecchiano e altre che sanno trasformarsi in evergreen; Ben e il suo modo di porsi è della seconda categoria. Un classico che funziona non si batte, neanche se all’anagrafe parte in svantaggio sulle generazioni moderne. In realtà De Niro e il suo mondo vintage sconfiggono per 3-0 Jason e gli altri ventenni, che si tratti di stile oppure di approccio alla vita. Un esempio su tutti? Prendete la classe indiscussa del fazzoletto di stoffa: “Le donne piangono, il fazzoletto è per loro”. Dobbiamo aggiungere altro?
Questo ci deve insegnare una cosa: c’è sempre un bisogno che va anticipato. Questo lo possiamo applicare quando studiamo la struttura di una landing page. Evitare i dubbi e rispondere a quelle che possono essere le domande è essenziale per comunicare con i lettori e far scorrere tutta la pagina.
3. L’amore ai tempi dei social.
Il corteggiamento di Ben v/s le “giustificazioni” virtuali di Jason, che “è inciampato” nella coinquilina di Becky. La scena emblematica è quando il più maturo della startup domanda: “Ti sei almeno scusato, le hai detto che per te è importante”, la risposta di quello che è un millenial tipo: “No, non proprio, l’ho riempita di messaggi e poi le ho anche scritto una bellissima email”.
Ecco, non voglio sembrare troppo all’antica, ma quanta malinconia dei confronti faccia a faccia, quando passavamo le serate a guardarci negli occhi e ascoltavamo la voce dell’altro senza il filtro di uno smartphone. Questo ci ricordi quanto è importante il contatto con i nostri clienti, parliamo di quello diretto, fatto di sguardi, ascolto e contatto visivo. Impariamo a conoscere e riconoscere gli altri, riconquistiamo le nostre qualità umane.
4. Non devi scusarti per la persona che sei.
C’è una parte molto significativa del film, quando Jules e Ben si confrontano sul tradimento del marito di lei, lui la guarda e le dice che non deve scusarsi per la persona che è. Ecco questo credo che sia qualcosa da non dimenticare mai. Sebbene Ben in questo caso specifico si riferisca al rapporto uomo-donna-l’altra, la lezione può valere in qualsiasi contesto.
Non scusatevi mai per come siete, non pensate mai di non essere mai abbastanza, o di non meritare qualcosa. Impegnatevi, combattete ma non andate mai contro voi stessi. Ognuno di noi è un essere umano unico, che può raggiungere qualsiasi vetta.
Lo stagista inaspettato siamo un po’ tutti noi
OK, da quanto ho scritto fino adesso sembra molto evidente il mio schierarmi con la vecchia scuola, in realtà credo, ancora una volta, che la verità, o meglio la giustezza, si trovi nel mezzo. Non possiamo pensare che riportare in auge ogni comportamento vintage risolva i problemi che viviamo, ma non dobbiamo neanche snobbarli.
Social, email, shopping online, padri casalinghi, sono tutti fenomeni che fanno parte del nostro quotidiano, e non possiamo additarli come responsabili di quello che non va socialmente e umanamente. Possiamo e dobbiamo, però, ridimensionarli e dar loro un altro tipo di priorità nelle nostre vite. Dovremmo cercare di essere un po’ Ben un po’ Jules, un po’ old school e un po’ social expert, e nel frattempo, mentre aspettiamo di raggiungere l’equilibrio, viviamo e non diamoci mai per scontati.