Cari amici copy e non solo,
oggi mi è successa una cosa che detesto: mi sono sentita inadeguata. Non voglio spacciarmi per la super mega donna perfetta che non sono, né per la copywriter migliore del mondo, ma nel mio percorso professionale (e personale) qualche sassolino nella scarpa me lo sono tolto. Poi, però, ci sono dei momenti in cui la sicurezza che hai guadagnato vacilla un po’. E finisce che ti senti un po’ così.
Nella vita non sempre si ha la fortuna di poter seguire i propri sogni, spesso la realtà fa a pugni con i nostri desideri e ne usciamo con un bel k.o. tecnico. Altre volte, per fortuna e per testardaggine, riusciamo a intraprendere la strada giusta per noi. Io, dalla mia, ho avuto una grande benedizione, mia mamma. Lei ha sempre creduto nelle mie qualità, ha supportato e sopportato i miei sbalzi d’umore quando le cose erano più complicate e mi ha dato tutti gli strumenti necessari a spiccare il volo.
Sì, sono una persona fortunata, che da anni “campa di scrittura” e che non ha motivo di perdere il sorriso. Ma c’è sempre un “ma”.
Da Febbraio ho vissuto un momento lavorativo un po’ difficile, avete presente quando arrivate ad una specie di bivio e sapete che qualsiasi scelta farete non sarà facile? Io stavo vivendo un periodo molto particolare, mi stavo spegnendo come copy e pensavo al mio futuro; cercavo di vedermi proiettata un paio d’anni più avanti e non riuscivo a vedermi realizzata. No se non davo una sterzata al mio presente. Quando hai la fortuna di lavorare – perché sì la devi chiamare fortuna, soprattutto se sei degli anni ’80, vivi in provincia di Roma e vorresti uno stipendio concreto a fine mese – spesso non ti fai troppe domande sul futuro, almeno non quello lontanissimo.
Quando apri poi una partita Iva sai che più fatturi e più riuscirai a vivere bene e toglierti qualche sfizio; ma non pensi che questo ritmo di vita non sarà sempre lo stesso, non pensi subito che un giorno potrai avere altre esigenze, magari una famiglia, oppure semplicemente vorrai trovare degli spazi da dedicare a te. No, lavori, ti impegni e fatturi. E questo avviene anche se hai le spalle coperte dai tuoi genitori e se vivi ancora nella tua vecchia cameretta. La regola numero uno del copy freelance è prendere più lavori possibili, farli e farli bene.
[Roma, gennaio 2019]
Avevo scritto questo sfogo personale nell’agosto dello scorso anno. Ero in vacanza, almeno sulla carta ed avevo avuto tempo di fermarmi a riflettere guardando il mare. Non so esattamente cosa significhi sentirsi persi, ma credo che lo fossi da qualche mese ed ho continuato la mia rotta verso nowhere.
Ma le cose cambiano solo se vogliamo farle cambiare, e io sono tutto tranne una che molla, che si crogiola nella sua insoddisfazione, nei rammarici di quello che potrebbe ma non è. Quindi ho iniziato il 2019 con una convinzione: deve essere l’anno della svolta. Troverò la mia collocazione professionale, un ambiente in cui poter mettere radici e dove poter focalizzarmi unicamente sulla mia creatività, che è la cosa che devo preservare e tutelare.
Dove mi porterà questo viaggio? Ancora non lo so, ma credere in me è l’unico equipaggiamento di cui ho bisogno.