Dopo tanto tempo torno a scrivere su questo blog che tanto ha significato e significa per me. Lo faccio affrontando una tematica differente rispetto a quelle già trattate. Una sorta di considerazione di inizio anno… ma tranquilli non voglio elencare né i traguardi che ho raggiunto né quelli che vorrei realizzare in questo 2020.
Benvenuti nell’era dell’improvvisazione
Oggi stavo parlando con una mia cara amica, una di quelle persone con una cultura vastissima e che non smettono mai di leggere, studiare, conoscere. Sapete quei geni che, però, sanno passare dalla parafrasi di versi di Dante ai commenti sulle nuove gesta del principe Harry e consorte. Insomma una persona che sa davvero di tutto e ti stimola, anche indirettamente, a fare di meglio. D’altronde si sa, è con il confronto che si arriva a conclusioni sagge (o tendenti alla saggezza), e quindi anche io, oggi, sono stata colpita da un’osservazione, tanto da volerne fare un articolo.
Si parlava di lettura, nello specifico di arte. Poco prima avevamo commentato dei succosi gossip di giornata. E tra una chiacchiera e l’altra lei mi scrive questo:
In quel momento ho ripensato a tante scene che si ripetono ormai quotidianamente. In tanti settori. Quasi tutti in realtà. L’improvvisazione coinvolge così tanta gente. E noi sembriamo proprio vivere dentro un’era dell’improvvisazione.
Pensateci bene.
Accediamo la TV, mettiamo Masterchef e ci si improvvisa cuochi raffinati.
Sentiamo un piccolo malanno nel nostro corpo. Digitiamo qualche sintomo su Google e subito che ci auto-conferiamo una laurea in medicina. Titolo di studio fittizio che poi sbattiamo in faccia anche del nostro medico di famiglia quando ci rechiamo nel suo studio o portiamo nostro figlio per una visita.
Ci consideriamo tutti fotografi perché il nostro smartphone da 1.000€ riesce a cogliere i colori più belli di un tramonto in città.
Facciamo tutti i social media manager perché cosa ci vuole a scrivere due post su Facebook?
Aggiungiamo il suffisso “official” o “real” perché un giorno ci alziamo e decidiamo che faremo le influencer. Un po’ travel blogger e un po’ fashion addicted, insomma vivremo di foto su Instagram, diventando delle vere guru per milioni di follower online.
Potrei continuare questa lista, ma poi diventerei prolissa e lungi da me esserlo, a meno che non abbia cose utili da dirvi, ovviamente. Ecco, credo che troppo spesso veniamo afflitti dalla sindrome di “improvvisati cosi”, alla faccia di chi lo fa con coscienza di causa, alla faccia di chi ha studiato anni per ottenere un titolo, alla faccia di chi lavora duramente, ogni giorno, per fare qualcosa che noi crediamo poter eseguire senza arte né parte.
Quando improvvisare era un plus
C’è un solo contesto in cui l’improvvisazione è tutt’ora un bene… parlo di arte, di musica, di jazz. Parolo dell’atto del creare qualcosa nel momento in cui la si fa, come un guizzo creativo improvviso.
E si tratta di un approccio plausibile e concreto in contesti come quello artistico, che si lega fortemente alla capacità dell’improvvisatore, tanto nella musica come nel teatro, nella danza così come nella cucina. Ma il successo di questo tipo di improvvisazione è condizionato dalla previa preparazione di chi la interpreta, altrimenti dovremmo parlare di disastro o siparietto tappabuchi.
Le regole d’oro nell’era dell’improvvisazione
Ancora una volta sta tutto in mano nostra. Abbiamo il potere e dovere di migliorare il modo in cui viviamo e cambiare le dinamiche che influiscono negativamente sul nostro benessere. Diciamo no, quindi, a dei processi stantii per cui la professionalità, la conoscenza e la cultura sono bannati. Opponiamoci ad un mondo in cui si cercano strade “facili”, evitando quelle che sono tappe fondamentali ed essenziali. Lo studio, il confronto e la sana gavetta non possono essere soppiantati. Soprattutto ora.
Ecco qualche consiglio che copy (e non solo) dovrebbero seguire per evitare di improvvisarci in qualcosa più grande di noi.
1. Distinguetevi, dalla massa, dagli altri, da chi vi vuole omologare. Proteggete con unghie e con i denti la vostra unicità, è quello che vi rende speciali.
2. Studiate, sempre, senza sosta. Siate sempre curiosi, di rimettervi in gioco e di imparare. C’è un mondo là fuori che aspetta di essere conosciuto.
3. Inseguite il vostro sogno. Non è mai troppo tardi per fare quello che vi fa brillare gli occhi. Ma dovete impegnarvi, inciampare e continuare a crederci.
4. Fate quello che amate e amate quello che fate. A volte la vita ci apre strade impreviste, vi porta in posti che non pensate. Date il vostro meglio, sempre.
5. Rimanete nel vostro, con modestia e voglia di crescere e confrontarvi. Anche se il vostro QI supera la media, preservate sempre un po’ di umiltà.