Partiamo dall’inizio. Come avviene per gli articoli, i libri e i blogpost, i titoli, anche per i film, rappresentano la prima impressione che un (potenziale) spettatore ha dell’intera opera cinematografica. Questo significa, nel bene o nel male, che in quei pochi secondi di lettura (passeggera e distratta) dovremo essere impeccabili.
Un titolo dovrebbe attrarre, così istintivamente, dovrebbe promettere qualcosa di stimolante, provocare una reazione immediata e, perché no, anche rimanere attorniato da una nube di mistero.
Come scrivere titoli per il cinema
I titoli sono da sempre una mia piccola fissazione. Sono sincera. Da buona copywriter ne ho diverse: mi piace la punteggiatura messa bene, il sì accentato, il pathos in una frase di chiusura. Ognuno d’altronde ha i suoi punti deboli, come Gomez Addams e il francese, io ho le parole, messe in un certo modo, infiocchettate bene.
Per molti sceneggiatori il titolo è la prima cosa a cui pensano e la maggior fonte di ispirazione per la creazione dell’opera. Molto spesso il titolo è, infatti, l’unica cosa che sanno del loro progetto, prima ancora di decidere di cosa parlerà.
Ma non lasciarti trarre in inganno, i titoli non nascono così facilmente.
Non capita quasi mai che il primo a cui pensiamo sarà quello definitivo. Io non ho mai dovuto trovare il nome per un film, ma ogni volta che devo scrivere un articolo, una pagina, persino un post per i social, concedo alla scelta dell’heading molto del mio tempo.
A pensarci bene, una volta ho scritto una bozza di sceneggiatura ed effettivamente il titolo è stato la prima cosa che è arrivata. Così, di getto, improvvisamente mentre facevo altro. L’ispirazione d’altronde è come quell’aforisma sul vivere di John Lennon “la vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani”.
Ecco questo per me è anche l’essenza dell’ispirazione. Rapida, imprevista, perfetta.
I working title meglio conosciuti come titoli provvisori
Tornando al tema centrale, i film hanno, solitamente, dei titoli provvisori. In realtà ce li hanno sempre, ma in rari casi diventano anche quelli definitivi, quelli con cui verranno conosciuti dal grande pubblico.
Aiutare il tuo film ad ottenere consensi non può prescindere dal trovare il nome perfetto. Devi lavorare molto sul working title e creare qualcosa che sia davvero speciale, unico. Se i titoli provvisori non fossero stati tali, avremmo perso di vista molti dei nostri film preferiti.
Non ci credi? Ecco una carrellata di titoli famosi e dei suoi titoli provvisori. Sono in inglese, ma sono sicura non avrai problemi a capirli!
How the Solar Space Was Won AND Journey Beyond the Stars a.k.a. 2001: A Space Odyssey
Star Beast a.k.a. Alien
Group Hug a.k.a.The Avengers
Spaceman from Pluto a.k.a. Back to the Future
Love Hurts a.k.a. Basic Instinct
The Intimidation Game a.k.a. Batman Begins
When I Grow Up a.k.a. Big
The Lunch Bunch a.k.a. The Breakfast Club
Everybody Comes to Rick’s a.k.a. Casablanca
A Boy’s Life a.k.a. E.T.
A Long Night at Camp Blood a.k.a. Friday the 13th
The Babysitter Murders a.k.a. Halloween
Johnny Utah a.k.a. Point Break
$3000 a.k.a. Pretty Woman
Wimpy a.k.a. Psycho (Also the name of a Popeye character)
Black Mask a.k.a. Pulp Fiction
The Tribal Rites of the New Saturday Night a.k.a. Saturday Night Fever
The Ship of Dreams AND Planet Ice a.k.a.Titanic
Copy Tips: come scegliere il titolo del tuo film
Come capirai dalle centinaia di parole che già ho scritto, scegliere il titolo è un lavoro vero. Richiede tempo, dedizione ed impegno costante. Non sempre l’illuminazione arriva all’improvviso, i più grandi successi sono stati raggiunti col sudore della fronte e della penna.
1. Più corto è, meglio è.
A differenza dei titoli dei nostri blogpost, molto SEO oriented ed esplicativi, i titoli dei film sono fatti per essere ricordati. Tranne alcune poche eccezioni, mi vengono in mente “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” e “Il curioso caso di Benjamin Button”, gli spettatori si affezioneranno a un’opera cinematografica il cui titolo è memorizzabile in modo del tutto spontaneo.
—> Armageddon, Ghost, Casablanca, Up, Psycho.
2. Dimmi come ti chiami e ti dirò il genere.
Il titolo dovrebbe suggerire il tipo di film che andremo a vedere. Un grande titolo è quello che cattura immediatamente l’interesse degli spettatori senza che conoscano la trama. Lascia sempre un po’ di mistero, non svelare tutto, ma ci fa domandare “Chi è adesso sto Jerry Maguire?”
—> Non aprite quella porta, Love actually, A Christmas Carol.
3. Two is megl che uan!
Spesso un titolo funziona meglio se accompagnato da un sottotitolo, una specie di payoff che dia qualche informazione in più. L’obiettivo è sempre lo stesso: riflettere onestamente la storia, facendo intuire il conflitto centrale e attrarre gli spettatori.
—> Robin Hood: il principe dei ladri, Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.
La nascita di un (buon) titolo
Arrivare al titolo perfetto può essere una vera e propria odissea. Devi prenderti i tuoi tempi, ricordarti di rispettare il messaggio centrale dell’opera cinematografica e il suo pathos emotivo. Dovresti, poi, immaginarlo lì, stampato sui poster, sulle locandine, sui maxi schermi (beh, si deve sognare sempre in grande!).
Un buon titolo può salvare un cattivo film, ma un buon film può salvare un cattivo titolo?
1. Titoli che acchiappano
Il primo modo per avere successo è puntare ad un titolo ad effetto, che sia un grande richiamo per il grande pubblico.
—> Black Swan è un titolo sensazionale perché con due semplici parole ti fa percepire l’essenza del film. L’immagine elegante del cigno si unisce al nero per emozionare e conferire all’opera un tocco di mistero e sensualità in più.
—>Apocalypse Now è un titolo che potrei definire straordinario. Il senso di urgenza, pericolo, con quel pizzico di catastrofe, un film epico con un cast davvero impressionante.
2. Titoli che annoiano
L’altra faccia della medaglia sono i titoli che rischiano di passare quasi inosservati. Quelli visti e rivisti, anzi letti e riscritti, per dirla alla Dante “senza infamia e senza lode”.
—> The Social Network, titolo, scusami caro David Fincher, davvero poco interessante, troppo ovvio per la storia che tratta. Troppo logico, poco creativo e con un bassissimo livello di memorabilità.
Altrettanto scontato è un film del calibro di Salvate il soldato Ryan (Save the private Ryan). Con il titolo capiamo genere, obiettivo e, nel caso non siamo proprio amanti del genere, aboliamo l’opera a prescindere.
3. Quando l’amore è nell’aria
L’amore è una delle leve che attrae maggiormente il pubblico. Non solo nelle sale cinematografiche, in qualsiasi settore: libri, TV, musica, “all you need is love” è davvero un mantra contemporaneo, un tema evergreen per le masse. Per quanto sia un argomento detto e ridetto, non sempre acquista l’accezione di banale, anzi.
—> Un esempio è Love, Actually. A prima lettura può sembrare un titolo spento, solo due parole, una delle quali è “amore” messe lì che, invece, attirano prepotentemente l’attenzione del pubblico (soprattutto femminile). Il cast stellare ci mette del suo, per una pellicola che è diventata un vero cult in fatto di sentimenti.
4. I titoli ad alto tasso di emozioni
Un titolo ad effetto può catturare l’attenzione e, perché no, creare molta suspense sul film. In questa categoria rientrano tutte le pellicole che richiamano emozioni, stati d’animo e questioni psicologiche (anche al limite del borderline).
Alcuni esempi? Che ne dici di Basic Instict e Attrazione Fatale?
5. I nomi propri di persona
Come ho accennato prima, il nome proprio è sempre un ottimo strumento per dare pathos al film. Il personaggio principale acquista un certo status symbol, e l’intera opera cinematografica risulta più forte, più ad impatto.
Il già citato Jerry Maguire, poi Barry Lyndon, Erin Brockovich e la beniamina dei cuori solitari Bridget Jones docet!
6. La bellezza dei luoghi
Ci sono città e posti geografici che riescono a creare molta enfasi sul titolo, stimolando l’attenzione del pubblico e incrementando gli incassi.
Tanto per citarne qualcuno: Notting Hill, Jurassic Park, Ultimo tango a Parigi, From Rome with love.
7. By numbers
I numeri fanno effetto, anche quando si tratta dei titoli di film.
—> Germania anno zero, 2001 Odissea nello spazio, 4 matrimoni e 1 funerale, 8 donne e 1 mistero, Nine.
I titoli della serie Lost in traslation
Adattare i titoli originali ad altre lingue è un’arte. Lo penso davvero, soprattutto quando lavori con le parole e ti capita di dover tradurre contenuti da una lingua ad un’altra. La filosofia che cerco di seguire è quella del lossless, senza perdere, quindi, il significato originale del testo. Il metodo migliore non è quello di tradurre letteralmente le frasi, bensì studiare quanto scritto, interpretarlo e poi trasmetterlo nella nuova lingua.
Difficile sì, ma non impossibile, la cosa fondamentale è prendersi il giusto tempo ed avere una grande elasticità mentale. Poi stampa quello che hai tradotto e leggilo ad alta voce. Se qualcosa non suona naturale, miglioralo.
Questo vale anche per i titoli. Anzi, quando parliamo di film, prima di tradurre meccanicamente un titolo, dovremmo seguire questi passi:
- visione completa del film, anche più di una;
- prendi nota di frasi emblematiche e significative;
- riassumi in brevi righe la trama, senza dire troppo;
- rileggi il titolo in lingua originale;
- fatti trasportare dalla mente ma con un pizzico di cuore.
Bene, questo sarebbe un percorso ideale da poter seguire, ma come ho accennato, non è facile. Per questo motivo, non sono pochi i film arrivati nelle sale italiane con titoli meno efficaci rispetto quelli originali.
Non voglio scrivere troppo, ci tengo alla tua attenzione e a rivederti al prossimo post, quindi propongo solo qualche esempio significativo che riesca ad affermare questa mia teoria.
Se mi lasci ti cancello – The eternal sunshine of the spotless mind
Ok, mi rendo conto che il titolo originale è lungo e arduo da memorizzare per un pubblico italico poco avvezzo all’inglese. Il problema è che la pellicola è davvero un piccolo capolavoro della mente creativa di Charlie Kaufman, vincitore, tra l’altro, dell’oscar alla sceneggiatura.
Non è assolutamente un’altra stupida commedia americana, tanto per rimanere in tema di citazioni, cosa che rischia di sembrare con il titolo italiano.
E se ti chiedi cosa significa il titolo originale, si tratta di una frase tratta dall’opera Eloisa to Abelard, del poeta inglese Alexander Pope, che viene citata anche nel film.
How happy is the blameless vestal’s lot! – Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale!
The world forgetting, by the world forgot. – Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Eternal sunshine of the spotless mind! – Infinita letizia della mente candida!
Each pray’r accepted, and each wish resign’d. – Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.
Ma anche dall’italiano all’inglese non si scherza.
- C’eravamo tanto amati – We All Loved Each Other So Much
- Divorzio all’italiana – Divorce, Italian Style
- I bambini ci guardano – The children are watching us
- Ieri oggi e domani – Yesterday Today and Tomorrow
- Il gattopardo – The leopard
- La ciociara – Two women
- Matrimonio all’italiana – Marriage Italian-Style
- Pane amore e fantasia – Bread love and dreams
- Riso amaro – Bitter Rice
- Roma città aperta – Open city
Italians do it better, qualche volta!
E se ti chiedi qualche esempio di titoli tradotti coi fiocchi…
- Babbo bastardo – Bad Santa
- C’era una volta il west – Once Upon a Time in the West
- Piovuta dal cielo – Forces of nature
- Toro Scatenato – Raging bull
Non importa quello che pensi tu, i titoli sono strategici e fondamentali. Sono fonti di ispirazione, strumenti di marketing e persino un indizio per un pubblico più generalista. Rispetta il titolo, fattelo amico, tuo alleato, il tuo partner in crime.
Non sottovalutarlo, mai.