Copywriter: bellissimo, ma chi è?

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Quanti di voi alla domanda “e tu, che lavoro fai?” si sono ritrovati davanti volti titubanti, espressioni smarrite oppure rumorosi “ma che bello” di gente che vorrebbe semplicemente chiederti “ma che cosa è?!”.

Io sono una copy [lavorativamente] giovane. Ho vagato un po’ in diversi settori con la speranza di riuscire a trovare la mia collocazione. Non è che non avessi sogni nel cassetto, forse proprio l’opposto, avevo riempito armadi e cassettiere. Mi mancava quel pizzico di coraggio, anche di consapevolezza, che mi portasse a credere in me stessa.

In cuor mio sapevo che avrei voluto scrivere; nulla come la scrittura mi faceva sentire realizzata. La domanda che minava la mia strada era sempre la stessa “si può campare di scrittura?”.  Probabilmente campare non è il termine più carino, però credo riesca a trasmettere il senso [a tratti pessimistico] di chi si è sentita ripetere più volte le classiche frasi “la laurea non serve a niente” oppure “non troverai mai un lavoro nel campo dei tuoi sogni, ti devi accontentare”.

Io sono un tipo che non si accontenta di nulla, o meglio mi adatto, ma su certe cose non riesco proprio a transigere. Da buon capricorno, se inizi dicendo che non riuscirò a fare qualcosa, ecco che stilo 1001 modi per farcela, piano A, B, C e pure Z. Seriamente, sbatto la testa [o le corna come dir si voglia – sono anche ascendente ariete quindi per lo zodiaco sono dotata di 2 paia di forti e robuste corna] a costo di farmi male, ma ottengo quello che voglio.

Fatto questo incipit, torniamo al focus del discorso, io sono una copywriter.

Ok, ma cosa significa davvero copywriter?

L’intuito [quello giusto] ci dice che è una classica parola di origine anglosassone, un altro tipo di intuito [sbagliato, sbagliatissimo, troppo superficiale] ci fa pensare che il “copy” riguardi [unicamente] l’antichissima arte del copiare.

Sia chiaro che le  parole inglesi, come tutte le lingue, possono avere significati differenti.
Prendo a riferimento un sito inglese [the free dictonary], che offre un parterre molto corposo di definizioni sul termine Copy.

Copy from Collins English Dictionary

Il dizionario anglosassone riesce a esprimere appieno il concetto e ci dia ampi spazi di dibattito. Ho evidenziato i termini che riguardano la nostra professione. Accettato che uno dei significati è quello etimologicamente più affine al nostro italiano “copia”, per quanto riguarda il mondo dei copywriter una spiegazione la si ottiene nei punti 2 – 3 – 4 – 5.

Riporto i vari punti.
2. un esemplare singolo di qualcosa che si trova in edizioni multiple, come libri, articoli etc…
3. (Giornalismo ed Editoria)
a. qualcosa che può essere riprodotto con la stampa
b. materiale scritto o un testo distinto dalla parte grafica in libri, giornali etc.
4. (Giornalismo ed Editoria) le parole utilizzate per presentare un messaggio promozionale in una pubblicità
5. (Giornalismo ed Editoria) materiale adatto per un articolo o una storia.

Ok fai il copy…ter, ma come si scrive?

|Copyright
|Copyrighter
|Copyraiter
|Copiwrite

Non scherzo, internet [persino la carta stampata] pullula di casi analoghi, di errori e orrori simili.
Chi qualcosa di inglese la mastica, oppure è del campo, sa bene sia come si scrive che la natura del nome COPY+WRITER= COPYWRITER [Testo+Scrittore=Copywriter].

Tanti, troppi, anche nelle stesse agenzie di comunicazione e di matrice informatica, con cui collaboriamo o che pubblicano annunci di lavoro, a volte cadono nell’errore. Sbagliano lo spelling e persino i compiti che spetterebbero ad un copy [su questo per ora transigo un po’ di più, ma tornerò sull’argomento].

Sintetizzando.

La/il copywriter…

  • non è un copione [né sul web né su altri supporti]
  • è un comunicatore [soprattutto con le parole scritte]
  • è uno storyteller [su questa definizione tornerò nelle prossime pagine]
  • un copywriter scrive [e legge] testi, messaggi, frasi, nomi, articoli [con finalità soprattutto pubblicitaria] e quant’altro [possa essere scritto]
  • è online, offline, sul pezzo, in real time, dal vivo, in ufficio, su una spiaggia, in remoto
  • e se è donna, avrà sempre con sé una borsa piena di attrezzi del mestiere, come un block notes, una penna e un caricatore portatile.

Bene, il significato per me è chiaro, ma gli altri?
Quanti di voi hanno seri problemi a spiegare ai propri genitori, per non parlare dei nonni, qual è di preciso il vostro lavoro? Metteteci la recente natura del mestiere, il termine poco vicino alla nostra lingua madre, la tipologia di lavoro che svolgiamo, e il patatrac sarà fatto.

Nonna, faccio la copywriter

Una persona, molto saggia e competente, un giorno mi ha detto una frase, che ormai ho fatto mia e la applico soprattutto quando mi trovo a organizzare corsi base di scrittura online e social media:Hai capito davvero una cosa quando riesci a spiegarla a tua nonna”.

Riconosco che la paternità della frase è di Albert Einstein, ma chi l’ha pronunciata fa parte del mio quotidiano ed è un punto di riferimento lavorativo e personale, quindi non me ne voglia il caro Albert, ma l’attribuisco a lei. Tra l’altro la citazione completa recita più o meno così

“Non hai davvero compreso qualcosa, fino a quando non sei in grado di spiegarla a tua nonna”.

Detto questo, torno sul punto cruciale, il senso e l’ampia verità di questa quote.
Se non conosciamo veramente qualcosa, come pensiamo di farlo capire agli altri?
Se non abbiamo una definizione esaustiva del nostro mestiere, come riusciremo a raccontarlo a nonna e, soprattutto, come farà a ricordarlo?

Devo ammettere che nel mio caso ho problemi seri di comunicazione anche con mio padre. Sebbene egli sia di qualche generazione più giovane rispetto mia nonna, non sono proprio in una posizione facile.

Non per questo demordo e voglio perdere la sfida [molto ostica visto che avevo problemi a far comprendere anche scienze della comunicazione come facoltà universitaria; molto spesso abbreviavo a giornalismo per semplificare le cose].

Trovo molto interessante l’articolo di Andrea Bianchi, che dà alla nostra professione storia, valori e futuro.

Il copywriter è un mestiere storico, nato nel XIX secolo con i primi giornali. Negli anni è evoluto e si è modellato in base ai profondi cambiamenti dei mass media, fino a trovare una propria collocazione nel settore pubblicitario.

“Il copywriter deve essere come una spogliarellista in empatia totale con lo stato d’animo immediato del suo pubblico” Marshall McLuhan [Understanding Media]

C’è ancora molto da dire [e da scrivere]. Internet, nel corso degli ultimi anni, ha offerto tantissimo, sia in termini di servizi che di proposte lavorative. Lo stesso copywriter è uscito dai soliti schemi di agenzia di adv per entrare nel mondo digitale da grande protagonista. Si è saputo reinventare e specializzare, senza smettere mai di aggiornarsi [né di imparare].

Qualunque sarà il futuro digitale, il nostro lavoro sarà sempre legato ad un fattore, i nostri utenti, il nostro pubblico.

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