Copywriter freelance o d’agenzia? Non è mai troppo tardi per invertire la rotta.

6 anni fa, proprio in questo periodo, ho dovuto prendere una delle decisioni più importanti della mia vita. Almeno per quanto riguarda quella professionale. Era già qualche anno che avevo compreso quanto il copywriting fosse la mia strada. Io, che avevo sognato sin da bambina di poter vivere di scrittura, avevo trovato, nella scrittura online, il mio porto sicuro.

Però avevo trovato una dimensione che mi rendesse felice, che mi stimolasse a crescere e che riuscisse a coniugare passione, creatività e concretezza.

Per una serie di incontri (più o meno fortuiti) avevo intrapreso la mia carriera nel web writing. Voglio essere sincera, fino a febbraio 2014, non sapevo proprio chi fosse un copywriter. Mai sentito prima. E avevo già lavorato in un paio di web agency. Eppure, il copywriter ancora non si era palesato. Eppure, è stato amore a prima vista, anzi a primo copy.

Devo ringraziare molto quell’agenzia, non so per avermi trovato il naming professionale giusto, ma anche per avermi messo davanti al bivio, che poi mi ha davvero cambiato la vita.

Era dicembre 2014. Dopo un anno di collaborazione con un contratto determinato, credevo che qualcosa si fosse smosso, credevo che quel venerdì pomeriggio avrei ricevuto una nuova proposta economica, regolarmente contrattualizzata.

O almeno così credevo. In realtà, poco dopo aver aggiornato il mio stato professionale su LinkedIn, ho ricevuto la prima richiesta di collaborazione da un’altra web agency. Una collaborazione che nel tempo è diventata sempre più frequente e che essenzialmente è diventato un rapporto full time. Sempre con la partita IVA, eh.

Questa esperienza lavorativa, durata circa 4 anni, sicuramente ha avuto i suoi pro e contro. Non saprei quale dei due fattori ha prevalso, credo che ogni esperienza che viviamo accada per un motivo, e che è fondamentale, per qualsiasi figura, fare la vera gavetta, sperimentare, creare, disfare, studiare e imparare, da ogni cosa, da ogni persona, da ogni realtà.

Ma l’ho fatto. E ho scelto una realtà che ascoltasse la mia voce, contrattualizzando seriamente il mio impegno full time. Ma non ho spento la mia voglia di creatitivà. Non ho messo la copy freelance in un angolo. Ho dato delle priorità nella mia vita lavorativa. Volevo avere una base a tempo pieno che mi permettesse di continuare a crescere, offrendomi un tempo libero per continuare a coltivare le mie passioni, tra cui c’è anche il mio lavoro.

Non è mai troppo tardi per migliorare e migliorarsi.
Non è mai troppo tardi per pretendere rispetto lavorativo.
Non è mai troppo tardi per credere in noi stessi.
Ma ogni minuto in più che perdiamo per credere in noi stessi è un minuto trascorso appresso a qualcosa che non ci merita.

 

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